dalla raccolta Transiti - Übergänge
Barbablù
Lo
hai cercato,
volevi
implorare il suo aiuto,
ma
l’attesa ti ha trattenuto
e
così, all'ultimo istante
un
attimo prima di incontrarlo,
ti
sei allontanata da lui.
Fato,
destino, la tua
volontà
inconscia o forse
il
tuo angelo, ha vegliato su di te.
Perché
implorarlo di nuovo ?
Perché
distruggere la tua vita
accanto
a un Barbablù ?
Le
tue sorelle danzano e cantano
intorno
a te: „Cerca la porta,
prova
la chiave ed il mistero
risolverai“.
La
stanza degli orrori,
dove
fiumi di sangue
sono
stati versati,
il
luogo in cui la tua anima
giace
ai suoi piedi.
Ritrovi
la forza,
guardando
in faccia la sofferenza.
Quel
dolore antico,
quel
dolore amico che
concilia
il risveglio e
non
gioca sull'apparenza,
ritrovandosi.
(*)
E
torni ad essere
ciò
che veramente sei.
Recuperando
il tempo perduto,
riesumi
le spoglie
dell’anima
tua
e
ricominci a nutrirla.
Ricucita
la ferita (*)
dell’amor
perduto. (*)
Sai
che ti cercherà,
ancora
non vuole
averti
persa.
Ma
una parte di te
sta
già volando via,
non
gli appartiene più.
„Addio
per sempre, mio perfido,
mio
adorabile, Barbablù.“
© Copyright
by Emiliana de Fortis 1997 - Munich, Germany
Emiliana
de Fortis is a pseudonym of Myriam Eroess (alias Meveudel)
Note:
versione rivisitata e corretta da Diego Caviola, poeta di Trento e
collaboratore del bimestrale „Tutta Povo“ (per la rubrica
„L’angolo della Poesia“). Le cui aggiunte sono contrassegnate
con (*).
Barbablù
Lo hai cercato,
volevi implorare il suo aiuto,
ma l’attesa ti ha trattenuto
e così, all'ultimo istante
un attimo prima di incontrarlo,
ti sei allontanata da lui.
Fato, destino, la tua
volontà inconscia o forse
il tuo angelo, ha vegliato su di te.
Perché implorarlo di nuovo ?
Perché distruggere la tua vita
accanto a un Barbablù ?
Le tue sorelle danzano e cantano
intorno a te: „Cerca la porta,
prova la chiave ed il mistero
risolverai“.
La stanza degli orrori,
dove fiumi di sangue
sono stati versati,
il luogo in cui la tua anima
giace ai suoi piedi.
Ritrovi la forza,
guardando in faccia la sofferenza.
Quel dolore antico,
quel dolore amico che
concilia il risveglio e
non gioca sull'apparenza,
ritrovandosi. (*)
E torni ad essere
ciò che veramente sei.
Recuperando il tempo perduto,
riesumi le spoglie
dell’anima tua
e ricominci a nutrirla.
Ricucita la ferita (*)
dell’amor perduto. (*)
Sai che ti cercherà,
ancora non vuole
averti persa.
Ma una parte di te
sta già volando via,
non gli appartiene più.
„Addio per sempre, mio perfido,
mio adorabile, Barbablù.“
Note: versione rivisitata e corretta da Diego Caviola, poeta di Trento e collaboratore del bimestrale „Tutta Povo“ (per la rubrica „L’angolo della Poesia“). Le cui aggiunte sono contrassegnate con (*).
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